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domenica 10 novembre 2024
ASINO ROSSO
THOMAS HOBBES. Written by Casalino Pierluigi.
in data novembre 03, 2013
Thomas Hobbes (1588-1679), though he wrote on a wide range of philosophical problems, was primarly a political theorist, one of the earliest as well as one of the greatest English witers on the problems of government. Hobees's ruthless depiction of the evils of "the state of nature2 was used by him as central to his argument in favour of absolute rule: but, though few readers have been prepared to follow his argument to that unpopular conclusion, the relentless realism of his approach to the problems of social organisation has exerted a continuing influence on later thinkers. His own thought ws inevitably conditioned by his personal experience of civil war and political disorder, but has proved powerful enough to trascend the limitations of its historical origins: it also gains much from the striking, often ironic, epigrammatic style which is so apt an expression of Hobbes's temperaments. Hobbes stimulates more than he persuades. The most disputatious of political philosophers, he continually invites us to argument. But his very manner, he puts us on our guard against him. But he also raises, sharply and vividly, issues of enduring interest, philosophical and practical.
Casalino Pierluigi, 3th, November, 2013.
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Dal fondamentalismo al terrorismo: radici storiche e ideologiche.
carlo alberto de mariacarlo alberto de maria
2016, Rassegna di Psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia Forense.
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Ideological and historical roots of islamic fundamentalism and terrorism
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Riassunto: Questo articolo cerca le radici storiche e ideologiche del terrorismo e del fondamentalismo islamico. Nella prima parte cerco di svolgere la storia del pensiero islamico dal periodo Abbaside (VIII sec.) fino alle soglie del novecento, dando particolarmente risalto a quegli autori, come Ibn Taymiyya, citati a tutt'oggi dalla galassia fondamentalista. Parlo poi della storia del terrorismo islamico internazionale dal 1980 in poi cercando di riconnettere alcune delle sue istanze con problematiche medievali. Nella seconda parte, attraverso l'autobiografia di un terrorista (Abu Mansour al Amriki), cerco da un lato di tracciarne sommariamente il profilo psicologico, dall'altro di riconnettere alcuni temi presenti a problematiche sia di controversistica islamo-cristiana (e in misura minore islamo-ebraica) del medioevo sia ad altre tematiche tipiche del pensiero islamico classico. Nella terza ed ultima parte cerco di trarre un insegnamento dal resto della tesi e di inquadrare il mondo islamico, a livello culturale e geopolitico, come fenomeno "altro" (pur se con innegabili punti di contatto), ma non a tutti i costi "nemico" rispetto al nostro mondo occidentale. Le finalità dell'articolo, quindi, sono quelle della criminologia. I suoi contenuti sono quelli dell'orientalistica e dell'islamistica.
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Riassunto:
Questo articolo cerca le radici storiche e ideologiche del
terrorismo e del fondamentalismo islamico.
Nella prima parte cerco di svolgere la storia del pensiero
islamico dal periodo Abbaside (VIII sec.) fino alle soglie
del novecento, dando particolarmente risalto a quegli
autori, come Ibn Taymiyya, citati a tutt'oggi dalla galassia
fondamentalista.
Parlo poi della storia del terrorismo islamico
internazionale dal 1980 in poi cercando di riconnettere
alcune delle sue istanze con problematiche medievali.
Nella seconda parte, attraverso l'autobiografia di un
terrorista (Abu Mansour al Amriki), cerco da un lato di
tracciarne sommariamente il profilo psicologico, dall'altro
di riconnettere alcuni temi presenti a problematiche sia
di controversistica islamo-cristiana (e in misura minore
islamo-ebraica) del medioevo sia ad altre tematiche
tipiche del pensiero islamico classico.
Nella terza ed ultima parte cerco di trarre un
insegnamento dal resto della tesi e di inquadrare il
mondo islamico, a livello culturale e geopolitico, come
fenomeno “altro” (pur se con innegabili punti di contatto),
ma non a tutti i costi “nemico” rispetto al nostro mondo
occidentale.
Le finalità dell'articolo, quindi, sono quelle della
criminologia.
I suoi contenuti sono quelli dell'orientalistica e
dell'islamistica.
Parole chiave: Terrorismo; fondamentalismo; Ibn
Taymiyya.
Abstract:
In this paper I try to find out the ideological and historical
roots of islamic fundamentalism and terrorism.
In the first section I examine the history of islamic
thought from the Abbasid period (VIII century) up to the
dawn of the XX century, with special attention in such
authors as Ibn Taymiyya, quoted also nowadays by
modern fundamentalists and terrorists.
Then I briefly summarize the history of islamic terrorism
from the 80's up to present, and I try to link some of its
modern patterns to medieval islamic thought.
In the second section I analyse the autobiography of a
terrorist (Abu Mansour al Amriki) and I build a rough
psychological outline of this terrorist. In the same chapter
I try also to link some patterns of his autobiography with
the muslim-christian (and on a less extent muslim-jewish)
controversy topics of the middleages and also with other
topics of classical islamic thought.
In the third and final section I draw conclusions from all
the topics of this paper, and I suggest to consider Islamic
world, like something quite “different” from us, but not as
the “perfect enemy”.
The aims of the paper are those of criminology.
The contents are those of oriental and islamic studies.
Keywords: Terrorism; fundamentalism; Ibn Taymiyya
PREMESSA
Questo articolo vuole affrontare il problema del terrorismo, ma a
partire da quello del fondamentalismo.
Se i due fenomeni sono collegati non sono tuttavia lo stesso
fenomeno.
Si potrebbe definire il fondamentalismo come una visione della
realtà e della vita fortemente intransigente.
Tuttavia questa visione non implica in se atti violenti con una
valenza politica come quelli terroristici.
L'afgano con quattro mogli, alcune delle quali troppo giovani per il
nostro occidentale modo di pensare, non compirà immancabilmente
atti di sabotaggio o crimini nel suo paese o all'estero contro
obbiettivi occidentali.
Un modo di vita tradizionale, noi diremmo bigotto, non implica
azioni violente rivolte verso l'esterno, tanto più quando la comunità
dove vive il fondamentalista ha valori omogenei ai suoi ed è
parzialmente isolata dal resto del mondo. In questo caso non vi
sarebbe la causa scatenante di questi atti.
Il fondamentalismo, non solo islamico, ma anche ad esempio quello
indù, chiamano in causa la problematica dell'universalità dei diritti
umani più che quella della sicurezza del mondo occidentale. Il
fondamentalismo, quello islamico in primis, può tuttavia portare ad
un odio per il mondo occidentale foriero di valori opposti ai propri
e che si pone anche come attore geopolitico, importante e spesso
violento, nei confronti dei popoli islamici.
In altre parole il fondamentalismo, in quanto chiusura alle
differenze ed alle alternative nel modo di vita, può portare ad un
estremo compattamento della lettura del quadro geopolitico, e ad
una visione che contrappone come blocchi contrapposti, senza
sfumature di sorta, un mondo occidentale, Israele compreso, reo di
avere valori diversi da quelli islamici, e di volerli, sia attraverso le
guerre sia attraverso l'economia e i media, diffondere nel mondo
islamico, snaturandolo. Come vedremo, storicamente, le posizioni
fondamentaliste nel pensiero islamico si sviluppano di pari passo
col dubbio sull'universalità della conoscenza razionale,
contrapposta a quella mistica e coranica. Ci si potrebbe
domandare, provocatoriamente, dove noi prendiamo tanta
sicurezza sull'universalità dei nostri valori, tanto da volerli
applicare al resto del mondo.
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