lunedì 13 febbraio 2023

RUSSIA E STORIA

 

Dopo mesi di tentativi di approccio verso la Germania nazista, la Russia sovietica, sempre memore dell'appoggio tedesco, anche segreto, seguito al celebre Rapallo Gheist, riesce ad accordarsi il 23 agosto 1939 con Hitler in quello che sarà noto come il Patto Molotov-Ribbentrop, dal nome dei due ministri degli esteri dei due Paesi. Altrettanto segreti protocolli nel contesto dell'accordo fissavano le future sfere di influenza di Berlino e Mosca. Circostanza quest'ultima che consente al III Reich di invadere la Polonia il 1o settembre 1939 e all'Urss di occupare la Polonia orientale il 17 settembre dello stesso anno in una spartizione che favorisce ai primi del 1949 l'invasione russa di Lituania, Lettonia ed Estonia, che passarono sotto il dominio sovietico. Solo la Finlandia si salvò, grazie alla sua tenace e gloriosa resistenza ("la guerra di inverno" di cui Indro Montanelli, dalle colonne de Il Corriere della Sera, fu attento e popolare testimone). Il Patto Molotov-Ribbentrop resto' in vigore sino al 22 giugno 1941, quando con un clamoroso e calcolato voltafaccia, Hitler lanciò l'operazione Barbarossa contro l'Urss. La vera natura del Patto venne tenuta oscura da Mosca quando Stalin ebbe tutto l'intetesse a non svelare la reale portata della intesa nazisovietica, che era quella di estendere e dividere le influenze russogermaniche in tutta l'Europa Orientale non soltanto sul piano difensivo, ma anche offensivo. Elementi che fanno discendere su Stalin la corresponsabilità nello scoppio della guerra hitleriana. La segretezza dei protocolli del Patto Molotov-Ribbentrop rimasero segreti a lungo, se pur qualcosa trapelasse nel 1945 al processo di Norimberga, anche se in quel momento non si voleva creare pregiudizio nei confronti di uno degli accusatori. Mosca negli anni cercò di dimostrare che Stalin gu costretto ad accordarsi con la Germania a causa dell'ostilità degli anglo-francesi, accusando l'Occidente di "Falsificazione borghese della Storia". Nikita Kruscev, da parte sua, nelle sue memorie, ammetteva che quell'intesa suscitava imbarazzo nel Paese del socialismo a motivo di un Patto innaturale e vergognoso con il nemico di classe. Gli scabrosi documenti rimasero avvolti nel segreto fino all'arrivo al potere di Gorbaciov e completamente divulgati da Eltsin dopo il crollo dell'Urss. Putin, avverso alle aperture della glasnost, e femo nella continuità sovietica, ha voluto congelare le aspettative di chiarezza storica, rinviando in modo maldestro al Patto di Monaco del 1938 o addirittura al Trattato di Versailles del 1919 le vere cause del secondo conflitto mondiale: per Putin la propagandistica tesi di Stalin sulla necessità difensiva del Patto Molotov-Ribbentrop resta sfacciatamente valida secondo la visione imperialistica grande russa portata avanti dall'attuale leader del Cremlino. Visione propagandistica che Putin ha ribadito il 22 luglio scorso per celebrare la vittoria dell'Urss nel 1945. Da qualche mese Putin aveva afferrato l'attacco all'Ucraina, che nei modi e nelle forme ricordava quella sovietica del 1939 nella Polonia orientale, cioè per rendere una mano ai fratelli ucraini, russi e bielorussi colà residenti.
Casalino Pierluigi 
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