Ibn Sina^, meglio conosciuto dai latini come Avicenna, e che, come Ibn Rushd (Averroè) è citato anche da Dante, fu sommo filosofo musulmano. Nativo di Bukhara, si affermò presto come uomo di scienza e in qualità di medico servì alla corte di Samanidi. Si interessò a materie diverse, comprese l'arte e la musica, approdando infine alla speculazione filosofica. Di stirpe iranica fu influenzato anche dal neoplatonismo, pur richiamandosi ad Aristotele nel corpo essenziale del suo pensiero. Non a caso molta della teoria psicologica di Dante presenta aspetti di derivazione avicenniana, laddove si colgono spunti della visione dell'emanazione. Il suo trattato di medicina fu tradotto da Gerardo da Cremona e per secoli fu punto di riferimento fondamentale medico e terapeutico in Occidenta.
Casalino Pierluigi
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