In più occasioni sul web ho ricordato il triste destino dell'ultimo erede della dinastia ottomana, che finì i suoi giorni a Sanremo nel 1926. Mehmet V, infatti, si spense nella celebre e lussuosa villa detta delle "Magnolie", braccato dai creditori, che tentarono additittura di sequestrarne la bara, prima del suo avvio a Damasco per la sepoltura. L'estrema parabola ottomana si concluse mentre era in atto la modernizzazione kemalista ed era ormai perfezionata la spartizione dei territori dell'ex Sublime Porta tra le influenze francesi e britanniche ed era cessata l'insidia della Russia zarista ormai sostituita dal regime sovietico, lontano ed enigmatico. E del resto Sanremo e la Riviera per la mitezza del loro clima e delle loro avvolgenti atmosfere, oltre che delle serene notti di luna
affacciate sul mare, e' sempre stata il capolinea di epiche storiche e degli illustri rappresentanti di dinastie giunte appunto al loro capitolo finale. Esemplare, in proposito, l'esperienza malinconica di parte della nobiltà russa presente nella Città dei Fiori proprio durante le prime giornate rivoluzionarie del febbraio 1917. Una Sanremo, dunque, che conquista quanti sono alla ricerca del tempo perduto. Una speranza, alla quale non rinunciano, grazie alla complicità di un ambiente unico nel suo genere. L'ultimo sultano pose la parola fine alla sua vita e a quella della secolare ed orgogliosa storia ottomana. Anche per questo Sanremo merita di essere ricordata e non quindi solo per i suoi aspetti frivoli e vacanzieri.
Casalino Pierluigi
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