Nel 1919 il problema tedesco non era affatto ignorato, anche se qualcuno ne negava l'esistenza. Erano coloro che si erano opposti alla guerra, una minoranza a dire il vero, perché inutile, considerando immaginario il pericolo tedesco. D'altra parte era più importante risollevare la Germania che deprimerla. Il problema tedesco, infatti, era allora la debolezza della Germania, mentre successivamente divenne nuovamente la sua forza. Eppure il sistema di Versailles e quello delle alleanze dei vincitori venne meno presto. Tuttavia intorno al problema tedesco ruoto' la storia d'Europa fra le due guerre. Risolto questo, il Vecchio Continente avrebbe conosciuto la pace. Tutti gli altri problemi perdevano di mordente o erano trascurabili al confronto. Il problema bolscevico, per fare un esempio, mai così acuto come si credette, cessò bruscamente quando l'Armata rossa fu ricacciata da Varsavia nell'agosto 1920. Negli anni che seguirono non vi fu infatti alcuna prospettiva che il comunismo potesse trionfare lontano dalle frontiere russe. Ancora: il revisionismo ungherese fu più ruggente di quello tedesco, ma non suscitò alcuna ombra di guerra, così come l'Italia, che si misurò con le sue ambizioni territoriali con la Jugoslavia, non fece paura se non sui giornali. Del resto le questioni extraeuropee non crearono mai conflitti tra le potenze, mentre, alla fin fine, sarà sempre in Europa che si generarono tensioni.
Casalino Pierluigi
sabato 3 agosto 2019
1919, il problema tedesco e la fine dell'ordine di Versailles.
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