giovedì 1 febbraio 2018

ELOGIO DELL'INGLESE (MA CON RISERVA)

Un tempo l'italiano era la lingua franca del Mediterraneo e praticamente del mondo conosciuto e non. L'italiano e il latino erano e sono tuttora le lingue della Chiesa, il primo perché il veicolo di comunicazione quotidiana in senso al mondo ecclesiastico in tutto il mondo, il secondo perché ne rappresenta l'espressione ufficiale ed universale fin dall'epoca dell'impero romano. Nel XIX secolo e fino alla metà del XX secolo l'inglese era la lingua commerciale del pianeta, mentre il francese era quella diplomatica, soprattutto in forza della vastità dei loro imperi coloniali. Al termine della seconda guerra mondiale in concomitanza anche dell'ascesa dell'importanza degli Stati Uniti d'America l'inglese è diventata la sola lingua universale e globale, retrocedendo alle altre lingue a posizioni di minor rilevanza. Il tutto in presenza di un processo di marginalizzazione di tutte le altre espressioni ad opera di una certa pulizia delle parlate che impoverisce, di fatto, la ricchezza culturale dell'umanità. Circostanza non certamente apprezzabile, ma consolidata anche nella ricerca del lavoro. Ciò nondimeno l'italiano è visto ancora come un lascito della bellezza e dell'armonia e non manca di crescere l'interesse per il suo studio da parte degli stranieri, che ammirano la storia, la civiltà e il genio del Bel Paese e lo visitano assai più frequentemente, nonostante l'attuale declino. La decisione di rigettare l'inglese come sola lingua accademica da parte del giudice, in quanto va preservato in Italia il primato dell'italiano, è comprensibile e lodevole. Purtroppo va pure detto che, nonostante le considerazioni di tipo ideale e culturale, l'italiano da solo non è una chiave per aprire molte porte nel mondo di oggi. L'elogio dell'inglese, o per amore o per forza (pur con le debite riserve che vanno tenute in considerazione per il patrimonio di intelligenza e creatività che l'italiano rappresenta) va dunque fatto. Ci consoli il ritorno di fiamma per le lingue classiche come il latino e il greco e l'attenzione del mondo verso i nostri grandi geni del passato, in un momento in cui si è appannata anche l'immagine del nostro Paese come culla della "dolce vita".
Casalino Pierluigi, scrittore e studioso ligure di Imperia, nato a Laigueglia il 29 giugno 1949, anche sul web

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