domenica 18 giugno 2017

LA RIDICOLA FUNZIONE SOCIALE ITALIANA

Si sperava che in tempo di crisi si ponesse mano ad una seria e più consapevole manovra per adeguare gli interventi di assistenza sociale al clima di impoverimento in atto. Come al solito, però, il legislatore, assai meno virtuoso e competente del passato (o forse manovrato dalle segrete lobbies delle banche), pensa soltanto a recuperare i crediti che vantano gli istituti di credito da parte di gente che non poteva e né potrà mai restituire, pena non mangiare o non mantenere la famiglia. Tutte leggi punitive di fronte ai poteri di coloro influenzano il legislatore comunque sia politicamente schierato. E inoltre è pure impensabile che si continui a non restituire ai pensionati quel 90% scippato dal criminale disegno della Legge Fornero e ancora si continui a ritenere un limite invalicabile una pensione che percepisca il terzo del minimo, pensione che per lo stato italiano sarebbe una pensione da ricchi, mentre altrove non è così, alla luce delle accresciute esigenze esistenziali e di sostegno a quanti con una sola pensione mantengono una famiglia, atteso che anche gli assegni famigliari ammontano ad una miseria. Si prosegue sull'inaudita via delle restrizioni dei benefici sociali, proprio adesso che la gente non sa da che parte rivolgersi per andare avanti. Capisco che lo Stato voglia risparmiare, ma capisco meno che tali risparmi non vengano mai cercati nella riduzione di assurdi privilegi della funzione politica, che, come l'ostrica attaccata allo scoglio, non vuole privarsi di prebende che non hanno eguali nel resto del mondo.
Casalino Pierluigi, autore e studioso ligure di Imperia, nato a Laigueglia il 29 giugno 1949, anche sul web

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