domenica 21 maggio 2017

IL CASO NORDCOREANO, TUTT'ALTRO CHE UNA QUESTIONE MARGINALE

Se è vero che la Cina e la Russia preferiscono non lasciarsi troppo coinvolgere nella crisi nordcoreana, è anche vero le due potenze colgono l'occasione di portare scompiglio nel campo americano in un momento in cui la nuova leadershp non mostra ancora quei segnali di autorevolezza che le si chiedono. Donald Trump è alle prese con un inedito Russiagate e al tempo stesso cerca di ricucire con l'Arabismo sunnita un'alleanza contro l'Iran sciita che il suo predecessore non ha saputo gestire al meglio, inimicandosi l'antico alleato ebraico. Tuttavia, Trump o non Trump, l'America non perderà l'occasione di prendere le misure del dittatore di Pyonyang che, grazie alle sue imprevedibili spacconate, rischia di accendere un incendio pericoloso e non facilmente estinguibile. La crisi coreana, dunque, quasi una scheggia impazziata della Guerra Fredda (alla quale è sopravissuta) può divenire un elemento non solo di seri distrubo nelle relazioni internazionali, ma anche di turbamento presso quelli che finora sono stati ritenuti i suoi enigmatici alleati, la Cina e la Russia, per non parlare di quell'Iran, al quale, tramite tecnici pakistani, Pyonyang potrebbe aver consegnato più di una tecnologia segreta in tema di nucleare e di balistica. Anche per tale motivo la crisi, che si sta addensando come una nube fosca e sinistra sulla penisola coreana rappresenta tutt'altro che un problema di secondo piano o una questione di poco conto.
Casalino Pierluigi

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