sabato 18 marzo 2017

ATENA, sorella di Ares, il Marte dei latini.

Dea vergine della città di Atene e dea ellenica della sapienza, che ritroviamo nella Minerva italica, etrusca e soprattutto latina. In origine era una dea di palazzo cretese-minoica, forse identifica ad una dea dei serpenti cretesi; anche in seguito le è associato il serpente (nella statua del Partenone). Il suo soprannome "glaukopis", dagli occhi di civetta, fa pensare che in origine avesse avuto una forma di uccello, cioè appunto la civetta, che vede tutto anche nell'oscurità (simbolo di saggezza) e che rimase un suo attributo. In Omero si mostra sotto due aspetti, se pur sempre figlia dell'Egioco Zeus (il Giove dei latini): come Promachos Z(che combatte in prima fila) è dea della battaglia e porta terribile egida (una corazza pettorale con il capo della Medusa), come Ergane (esperta delle arti) insegna arti manuali. Come divinità tutelare ha il soprannome di Palla (Pallade), da cui trae l'immagine sacra (Palladion), che doveva proteggere la casa e la città delle sventure. Riguardo alla sua nascita, il mito narra che scaturì dal capo di Zeus, dopo il colpo di Efesto (Vulcano latino) per guarirlo dal mal di testa. Non strinse mai legami d'amore, e rimase Parthenos, cioè la vergine. In una mitica gara per stabilire chi fosse il dono più prezioso, Atena donò alla terra attica l'olivo, e vinse. Diede ai contadini l'aratro, alle donne il telaio, e inventò il flauto: quindi, oltre alla sua funzione guerresca, presenta anche quella di dea della pace. Secondo Platone, gli uomini le devono tutta la civiltà: i romani la identificarono con Minerva.
Casalino Pierluigi, autore e studioso ligure di Imperia, nato a Laigueglia il 29 giugno 1949, anche sul web  

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