domenica 26 marzo 2017

1517-2017: LA GIOCONDA COMPIE 500 ANNI

Un'opera che ci fa cogliere il ritmo e il senso del mondo. è stato detto da molti. Questo è il messaggio racchiuso nella Gioconda, dipinto che compie 500 anni. Il lavoro leonardesco, che viene conservato al Louvre, ha dirimpetto le magnifiche Nozze di Cana del Veronese, anch'esse straordinaria espressione del genio italiano, ed è contornato da quattro capolavori rinascimentali, ma l'attenzione particolare dei visitatori del museo parigino viene attratta soprattutto dall'opera di Leonardo, che ammalia il pubblico per l'enigmatica sua bellezza. Una bellezza che riempie di sè un enorme spazio, la cui dimensione ieratica e accattivante rinvia quasi agli esiti intellettuali della filosofia e della scienza. Dipinto nel 1503, il volto della 24enne Lisi Gherardini, moglie del nobile mercante Francesco del Giocondo, Leonardò lo lasciò incompiuto, finché su pressione di Giuliano de' Medici, di cui era la donna era un'"amica", lo riprese a partire dal 1515 in varie rielaborazioni, senza peraltro completarlo del tutto e portandolo con sé in Francia  nel maggio 1517. Muovendo da un cartone preparatorio a seno nudo, l'autore ha costruito uno specchio unico della sua raffinata ed affinatissima arte e cerebralità e dei suoi studi sull'aria grossa e lo sfumato, sull'erosione delle rocce e l'azione dell'acqua, sull'ombra e il lume e sui moti dell'animo. E così il genio si traduce e si incarna nella grazia intuita di un viso "neppure eccezionale", in una pittura dove arte e scienza, creatività e misura si fondono nell'unità del sapere: una vera lezione per noi che non riusciamo a contenere iu unico modello umanesimo e scientismo. La Giocobnda fu venduta per la cifra astronomica di 4000 scudi d'oro da Francesco Melzi, discepolo ed erede dello stesso re di Francia Francesco I, nonostante le offerte insistenti del duca di Buckingam, che lo considerava il più bel quadro del regno. Da sempre si sono susseguite e moltiplicate le copi, e dopo il furto del 1911, le ironie, le prese in giro, le provocazioni, le pubblicità, ma anche i romanzi, in un altalena continua tra giocondolatria e anti-giocondogiolatria.
Casalino Pierluigi

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