giovedì 26 gennaio 2017

LO YETSIRAH E LE LETTERE EBRAICHE

Una citazione dello Yetsirah, il più antico testo filosofico ebraico, ci dà l'idea dell'importanza soprannaturale delle forme, dei suoni e delle posizioni  relative delle lettere nell'alfabeto ebraico:"Ventidue le lettere: Egli tracciò, le scolpì, le combinò, le pesò, le scambiò e con esse produsse l'intera creazione e tutto ciò che è destinato a venire in essere". Le azioni qui citate sono descritte con precisione minuziosa bizzarra e impressionante, e, sebbene non rivestano in fondo che un interesse filologico, è tuttavia una parte indispensabile della filosofia del libro. Le lettere dell'alfabeto ebraico sono messe a servizio di una dottrina che fa parte dell'antica teosofia semitica e che di lì passò nella filosofia greca, per poi approdare alla lunga, sempre nel contesto semitico, con le debite differenze, nell'Islam. E' la dottrina delle tre sostanze primordiali, acqua, fuoco e aria. Queste tre sostanze si trovano alla base di tutta la creazione e formano la sorgente prima di tutto ciò che esiste. Le tre lettere ebraiche che hanno parte principale in rapporto a queste tre sostanze primarie sono Alef, Mem e Scin. E perché proprio queste tre lettere? Per due motivi: il primo perché queste tre lettere rappresentano tre divisioni cardinali in cui si distribuiscono naturalmente le ventidue lettere dell'alfabeto ebraico; il secondo motivo è quello che muove dal fatto che tali tre lettere "genitrici" rappresentative -la muta, la sibilante e l'aspirata.simboleggiano i tre elementi fondamentali di tutte le cose esistenti, le tre sostanze primordiali. Naturalmente ciò significa che è stato applicato in modo meccanico ed arbitrario all'alfabeto ebraico un sistema di pensiero esotico primitivo.Ma come abbiamo detto, tutte le ventidue lettere ebraiche hanno una parte prevalente nello Yetsirah. Le lettere si dividono in tre gruppi, quelle "genitrici" di cui già si è fatto cenno, quelle note come le sette lettere doppie, che rappresentano i "contrari" nel cosmo, Bed, Gimel, Daled, Caf, Pe, Resc, Tav, doppie in quanto esprimono due suoni e infine quelle nominate come le dodici lettere "semplici", che sono gli emblemi dello Zodiaco, dei dodici mesi dell'anno, dei dodici organi del corpo umano: esse sono E, Vav, Sain, Hed, Ted, Iod, Làmed, Nun, Sameh, Gnain, Zadik, Cof. Una forte gnostica pervade tale concezione: così il cosmo, idealmente compreso nelle ventidue lettere, è un'espressione di intelligenza divina. L'uomo, il mondo, il tempo sono i tre costituenti del cosmo e all'infuori di loro non vi è che la sola grande esistenza dell'Infinito. Questo concetto ci porta a due dottrine del misticismo ebraico, che appaiono, per la prima volta, nel libro dello Yetsirah e che furono sviluppate successivamente su linee diverse. Esse sono la dottrina dell'emanazione e quella delle dieci Sefirot. Nella letteratura generale del misticismo la dottrina dell'emanazione si associa prima di ogni altro con il grande filoso greco Plotino (vedi sul web anche i miei articoli su Plotino). Sull'argomento proseguiremo in altra occasione su questo o su altro blog.
Casalino Pierluigi

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