martedì 29 dicembre 2015

LA FINE DEI GIOCHI NELL'ANTICHITA' di Casalino Pierluigi, studioso ligure, nativo di Laigueglia

Da molte testimonianze si rileva che lo svolgimento dei giochi fu condizionato dall'atteggiamento della Chiesa, ostile a tali manifestazioni. I vescovi furono da subito contrari agli spettacoli teatrali e a quelli dei mimi, con minacce di scomunica verso gli artisti e verso gli organizzatori di quegli eventi, ma anche nei confronti dei fedeli, che furono così convinti a starne lontani; il divieto, del resto, era tassativo per gli ecclesiasti: quest'ultima norma rimase in vigore in Occidente durante il Medioevo, quando venuto meno il teatro, i mimi continuarono ad esibirsi nel corso dei matrimoni. Ad Oriente, invece, la species mimica ebbe vita relativamente piu' lunga e, nonostante i divieti di Giustiniano (542, in qualche modo e sotto altre forme, durarono fino al IX secolo, mentre in Occidente, in condizioni diverse, continuarono ad esibirsi i mimi viarum, gli antenati, da un lato dei moderni artisti di piazza e dei clown del circo, da un altro dei trovatori che aprirono la strada alla nuova poesia europea, cui contribuirono pure temi e forme della lirica arabo-andalusa. Nel frattempo le scaenae frontes degli edifici teatrali in abbandono si sgretolavano e sulle gradinate nude e vuote sedeva ormai spettrale e impassibile il silenzio.
Casalino Pierluigi, studioso e autore ligure, nativo di Laigueglia,1949

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