martedì 15 dicembre 2015

IL NUOVO ANTISEMITISMO E' ANCORA PIU' PERICOLOSO DI QUELLO DEL PASSATO E L'OCCIDENTE DOVREBBE FERMARLO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

La nostra libertà d'espressione u cui si fonda la civiltà moderna è in pericolo, in un grave pericolo. Quasi si percepisce un clima da ultima spiaggia, dopo i reiterati attentati alla libertà di parola che vengono dalle minacce dell'integralismo islamico (vedi i casi di Salman Ruhdie e di Benedetto XVI, ma anche quelli più recenti e ben più tragici), ma anche da un rigurgito antisemitico di intollerante stupidità, soprattutto perché non si origina dal basso, ma dalle élites, dai media e dalle università. E'un clima, dunque, da anni 30, forse più insidioso e perverso, che ripete quelle sconsiderate gesta di cui furono autori i nazisti (le vignette contro gli ebrei nella Germania hitleriana) e sovietici (l'odio dei circoli intellettuali russi contro il "cosmopolitismo degli ebrei", ma anche ambienti culturali nostrani, di cui facevano parti uomini come Norberto Bobbio e Concetto Marchesi, tutti padri nobili della sinistra italiana, che, durante il fascismo, firmarono disinvoltamente il questionario di regime sulla "razza ebraica". Oggi qualche mente malata pensa davvero che Israele e Gerusalemme siano sacrificabili e autorevoli esponenti del mondo accademico in Occidente chiedono di interrompere ogni rapporto con Tel Aviv, in una sorta di orgiastica ricerca di autolesionismo, perché tale è questa scelta, che combatte chi invece difende la libertà. I segnali di questo pericolosissimo trend sono molti e crescenti al punto di constatare che la stessa  moderata regina d'Inghilterra e il principe Carlo non abbiano mai messo piede in Israele, mentre, al contrario, si recano spesso in Paesi che non rispettano, per naturale vocazione, i diritti civili, quali l'ineffabile Arabia Saudita, da cui nascono tutti i fiumi dell'eversione salafita, che avvelena anche l'Islam tradizionale e ben pensante. Non c'è più pudore.Le frontiere di Israele sono le nostre frontiere. Nessuno è senza difetti e anche Israele ne ha, ma di qui a lasciarsi trascinare in questa deriva di antisemitismo insensato ce ne corre. Occorre dunque fermarsi sull'orlo di un precipizio che non può che portarci alla roivina.
Casalino Pierluigi, 15.12.2015

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