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A oltre diciassette secoli dalla sua epoca, Plotino continua a interrogarci sul senso della vita e sul rapporto tra l’uomo e il trascendente. Le Enneadi non sono soltanto un pilastro della filosofia antica, ma un testo che illumina questioni esistenziali fondamentali: che valore ha la vita? Perché viverla? Spesso, nella frenesia della modernità, rischiamo di perdere di vista il significato profondo dell’esistenza.
Il pensiero plotiniano invita alla ricerca di un oltre, a una “fuga dal mondo” intesa come ritorno all’essenza, al nucleo autentico dell’essere. Un’esperienza che oggi possiamo ritrovare nell’arte, nella contemplazione e nella riflessione interiore, come se la nostalgia di Ulisse per la sua patria lontana fosse la stessa spinta che ci porta a cercare la verità dentro di noi, favorendo un nostro sguardo attento e moderno sulle Enneadi, attraverso un'esperienza coinvolgente.
Un’occasione per riscoprire Plotino e il suo messaggio senza tempo, in un’epoca che ha più che mai bisogno di interrogarsi sul significato profondo dell’esistenza e rileggere la testimonianza di uno dei più grandi geni dell' oltre dell' uomo.
Casalino Pierluigi
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“P. Casalino” mentioned by “Yunfeng Shi”.
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Dialetti emiliani e dialetti toscani. Le interazioni linguistiche fra Emilia-Romagna e Toscana, e con Liguria, Lunigiana e Umbria
By Daniele Vitali
...p. L'alta montagna reggiana e le frazioni di Ventasso p. 25.5. Le Vaglie, Ospitaletto, Cinquecerri, Casalino p. 27.9. Cerreto Alpi, Vallisnera, Acquabona p. La montagna modenese e reggiana nell'Emilia linguisti...
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ULISSE E IL MITO DI ITACA. UNA RIFLESSIONE ATTUALE.
In un universo solipsistico (e solitario) e colmo di approdi immaginari, era fin troppo facile che la coscienza di Ulisse finisse per essere segnata dal ricordo dominante di Itaca. Itaca rappresentava tutto per Ulisse: rappresentava l'amore, la sicurezza, il ripristino di un ruolo sociale e ritrovato di un'identità riconosciuta dagli altri uomini, ritornare, quindi, nella normalità e porre fine alle tribolazioni e ai prodigi immaginari di un viaggio simile ad un delirio. A causa della sua sfuggente e indefinita lontananza, Itaca rischiava insomma di assumere i contorni seduttivi e ingannevoli di una madre "edenica", esente da ogni male. Si sprigiona però una luce differente: non si può tornare a casa pronti ad essere accolti come se tutto fosse rimasto ad aspettarci. La vita non si ferma e, dopotutto, neppure noi stavamo fermi ad aspettarla. Forse quando ci si crede giunti finalmente a casa, proprio allora l'aspettativa di una realtà che docilmente risponda ad un desiderio a lungo alimentato dalla sua stessa privazione che ci rende più stranieri al nostro mondo di quanto non lo fossimo stati quando ci raffiguravamo come pellegrini in esilio. Si tratta di una riflessione che ci coglie nel momento in cui rivolgiamo lo sguardo ansioso verso il domani nell'intento di ricercare il nostro passato e ci accorgiamo che il domani è già la memoria del nostro futuro. Nulla è più come prima e tutto è cambiato e anche noi siamo cambiati.
Casalino Pierluigi
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Si assiste ad un' inversione se sensibile di tendenza su sostenibilità, salute e diritti. Circostanza resa ancora piu marcata dalla decisione della presidenza Trump di ritirare gli Stati Uniti dall' Accordo di Parigi sul clima e dall' Organizzazione Mondiale della Sanità e dal disimpegno delle principali banche globali dalle alleanze per il clima fino alla sostituzione del paradigma Diversity, Equity& Inclusion con una visione elitaria di Mei, cioè Merito, Eccellenza e Intelligenza. Il livello sta cambiando livello e grado della responsabilità sociale, dalla Csr fino alle forme più evolute e sofisticate di compliance Esg sembra lasciare il campo al pragmatismo sociale che si pensava sepolto dalla consapevolezza della solidarietà e della collaborazione Tuttavia questa tendenza non può rappresentare solo un arretramento, ma anche l'opportunità di fare chiarezza e dare maggiore sostanza alla natura e all' orizzonte di quel mutamento desiderabile che può costituire il vantaggio competitivo del Made in Europe. Paradossalmente la tendenza in atto rende più visibile il cosiddetto green washing, la tecnologia benevolente e il paternalismo sociale, e ci rende più capaci di distinguere e valorizzare quelle aziende ed istituzioni orientate a voler fare scelte sostenibili. In questo contesto il concetto di intenzionalità sociale si fa strada ed assume un ruolo centrale in vista del recupero di strategie e aziendali e politiche finalizzate al benessere collettivo, alla democrazia e alla felicità pubblica. Al centro di tali strategie si pone il "valore d'uso" dell' intelligenza artificiale che può servire a costruire decisioni economiche e sociali. Il vero problema non è dunque solo misurare l'intelligenza artificiale in termini di esternalità positive o negative, ma capirne il modo di governare uno strumento, che, senza una missione pubblica, agisce inevitabilmente sulla gente per determinarne i comportamenti e le intenzioni. Si cadrebbe così nella trappola tecnicistica, che vede bella intelligenza artificiale un mero fenomeno neutrale, rinunciando a governarne il potenziale trasformativo. Al fondo della questione quindi non c'è solo l' impatto sul lavoro e socialità (che comincia già a creare disagio), ma la libertà e il desiderio dell' uomo. E tutto questo ci fa riflettere sul fatto, più volte ricordato, che la democrazia non è più una garanzia acquisita e si può arrivare a compromessi pericolosi con sistemi che nulla hanno a che fare con la democrazie e la libertà di pensiero, privilegiando anche concetti tutt'altro che veritieri e deformanti la mente di chi dovrebbe razionalmente pensare con equilibrio. Chi vuole il cambiamento, quello serio, non deve più limitarsi a dichiararlo.
Casalino Pierluigi
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The name “Casalino, P” was cited in a Letteratura italiana moderna e contemporanea paper uploaded to Academia.
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Le niveau de Rameau negli articoli sul web di Casalino Pierluigi
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San Leonardo, un imperiese nella storia della devozione, negli articoli sul web di Casalino Pierluigi
La tesi non è nuova fra gli studiosi ed è certamente forte. La Rivoluzione d'Ottobre fu in modo speciale russa e nazionalistica, sottesa com'era dall'antica convinzione messianica che a Mosca - e alla Russia più in generale - spettasse la missione di essere, dopo Roma e Costantinopoli, il centro unificatore del mondo. Una linea storico-culturale che assegna alla Russia un ruolo salvifico e rivoluzionario, nel quadro della sua visione comunque e ricorrentemente autocratica, e che si ritrova in tutta la tradizione del pensiero politico russo, aldilà delle sue diverse stagioni: nel panslavismo anche zarista, nel populismo, così come nelle prime forme di socialismo rivoluzionario. E se i nichilisti giunsero a respingere ogni contributo dell'Occidente e a sognare una Russia orgogliosa della propria "barbarie", come scrissero anche Voltaire e altri filosofi del Settecento illuminista, i nuovi rivoluzionari accolsero l'eredità occidentale, ma solo come strumento di una rapida attuazione del programma che voleva una Russia guida e luce dei popoli. In particolare, puntando su una sorta di razionalizzazione del marxismo, avviata da Lenin e perfezionata da Stalin, i rivoluzionari di formazione bolscevica seppero fare dello stesso internazionalismo proletario uno strumento o meglio un'arma per subordinare alla riuscita del "socialismo in un solo paese" ogni scintilla rivoluzionaria in altri contesti statali e/o nazionali. Lo stesso Troskij intuì questa deriva restauratrice della Russia di sempre, della Russia eterna, tramite il disegno dello zar rosso Stalin e della sua riaffermazione burocratico-imperiale. La Russia, sotto le forme dell'URSS, si era così collocata la posizione di centro delle speranze e aspettative universali. Sono questi i tratti essenziali di una riflessione ricca di intuizioni e sviluppi, non di rado soggetta a deformazioni ideologiche di comodo e utili al disegno imperiale di Mosca. Il dissidio russo cinese, esploso dopo il XX Congresso del PCUS, non fu altro che lo scontro tra due visioni nazionalistiche mai separabili dalle antiche esigenze storiche dei due Paesi, più che da differenze di interpretazioni del marxismo pratico. Con il crollo dell'ordine di Yalta e la conseguente fine della Russia sovietica, il tema del rapporto tra il Grande Paese e le sue irrinunciabili suggestioni di potenza non è mai venuto meno, anche ai giorni nostri, in un momento in cui la Russia si trova ad affrontare un'altro e diverso passaggio rivoluzionario: quello di una non più rinviabile modernità del rapporto tra autorità e individuo, pur nel quadro di un rinnovato ricorso all'immagine tradizionale dell'uomo forte, che così è caro all'anima russa, nonostante le voci di un dissenso altrettanto fisiologico nella vicenda storica di quel mondo.
Casalino Pierluigi, 5.05.2013
Bravo. Lo ha anche pubblicato asino rosso ed è stato rilanciato anche da altri blog...leggiti un paio di cose su di Te sul mio blog, augurandomi che Ti piacciano Ciaooooo
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A novembre si celebreranno i quarantacinque anni dalla visita di Sandro Pertini ad Imperia, un evento che è rimasto impresso nella storia della città e della provincia e che ancora oggi suscita emozioni e sentimenti di gratitudine e di rispetto per un Presidente che è rimasto nel cuore di tutti gli italiani come fulgido esempio di saggezza e di equilibrio, oltre che come modello di uomo, di partigiano e di statista in anni difficili della Repubblica e che sono stati definiti "gli anni di piombo". Pertini, a questo proposito, incarnò la Resistenza del Paese contro il terrorismo (delitto Aldo Moro) e contro la criminalita' organizzata (delitto Piersanti Mattarella). Questi eccezionali ricordi vivono nella memoria di chi fu testimone di quelle giornate gloriose trascorse nella nostra città. Il Presidente Pertini venne ad Imperia infatti (e soprattutto) per decorare il Gonfalone della Provincia di Imperia della Medaglia d’oro al valor militare per l'attività partigiana. Era il 16 Novembre 1980. Il giorno prima, 15 novembre, Sandro Pertini aveva visitato Palazzo Guarneri, ricevuto dal presidente del Circolo Parasio, Giacomo Raineri e dai dirigenti, accompagnato dal presidente del Movimento Resistenza Unita, Ottavio Siri, dal Prefetto Alessandrini, dall’allora Sindaco di Imperia Renato Pilade e dal Presidente della Provincia Titta Novaro, mancato prematuramente l'anno dopo. Le foto del tempo ci mostrano Pertini accolto, come dicevo, da Giacomo Raineri, da Giancarlo Tortello e dal prof. Biga, direttore scientifico del Movimento della Resistenza Unita e da quanti, allora presenti e che, purtroppo, oggi non ci sono più. Analoga documentazione ricorda le visite rispettivamente alla Provincia e al Comune di Imperia: il Presidente della Provincia Titta Novaro e e il Sindaco di Imperia Renato Pilade accolsero infatti Pertini nelle rispettive sedi istituzionali. La visita ufficiale ad Imperia del Presidente (che soggiorno' nell'alloggio di rappresentanza nel Palazzo del Governo, cioè della Prefettura) non fu solo finalizzata alla consegna della Medaglia d'Oro alla Provincia, ma fu segnata anche dai numerosi incontri con tutte le autorità civili, militari e religiose, i parlamentari, le diverse istituzioni ed associazioni, gli studenti e la gente comune, che lo accolse con grande entusiasmo e simpatia. Pertini rese onore in Piazza della Vittoria ai caduti di tutte le guerre ed ebbe modo anche di recarsi alla Casa di riposo Agnesi per fare sentire la sua vicinanza e il suo affetto agli anziani ospitati. A margine della parte ufficiale della visita, infatti, si ebbero occasioni private, non meno significative come l'intrattenimento a cena la sera sempre del 15 novembre presso il ristorante "da Clorinda" in compagnia di partigiani e della sua sua antica amica Clorinda, un pezzo di storia imperiese ormai purtroppo scomparso. Pertini si recò, tra l'altro, nell'occasione,anche a Lucinasco per trovare l'amico Professor Ferrero Rinaldo, anch'egli scomparso (e marito della Professoressa Abbo) che era stato partigiano con lui: nel cosiddetto "Castello" di Lucinasco, nell'occasione, venne preparata in omaggio al Presidente una torta tradizionale. Per concludere fa un po' sorridere la proposta di intitolare la pista ciclabile al nome di Pertini, circostanza che è certamente lodevole e rispettosa della figura del Presidente, ma che appare soltanto una simpatica idea.
Casalino Pierluigi