domenica 16 gennaio 2022

Il destino di Mentone e Roccabruna dal Principato di Monaco alla Francia


Dopo aver proclamato, il 2 marzo 1848, la costituzione di Mentone e Roccabruna di Città Libere e la loro separazione dal Principato di Monaco, i Mentonaschi, il 30 giugno dello stesso anno affermarono con un plebiscito la loro volontà di far parte del Regno dell'Alta Italia in via di formazione. In seguito alle proteste e alle pressioni del Principe di Monaco, il governo di Parigi si oppose al progetto di annessione, intervenendo presso le autorità piemontesi a favore del Principe monegasco. Rappresentanti delle due città si recarono subito a Torino per perorare la causa dei concittadini. L'esito fortunato della missione tuttavia fu reso vano dalla sconfitta di Novara. In tale contesto la Francia mantenne più o meno apertamente la propria ostilità al progetto. Altre iniziative volte a far parte della nuova Italia da parte delle Città Libere furono promosse in successive occasioni (e in particolare nel 1854), al fine di contrastare ogni tentativo di restaurazione compiuto dai Principi di Monaco. Il tutto va spiegato con la sottile ed abile politica francese che, dietro le quinte di una apparente neutralità, seppe trascinare la questione, così sentita dalla gente locale, per anni, con il risultato che la Rivoluzione di Mentone e Roccabruna sfociasse anziché nell'annesione al Regno di Sardegna e poi d'Italia, nel voto artefatto del 1860, che determinò l'annessione di italianissimo suolo italiano alla Francia. 
Casalino Pierluigi